è straziante come l'assenza di acqua calda mi faccia dimenticare tutti gli altri problemi miei e del mondo.
lunedì 14 novembre 2016
lunedì 7 novembre 2016
la tua presenza è come una città
"E pensare che
non era mai stato il tipo che imponeva significati nascosti alle cose, Viktor,
aspettava che gli parlassero, e se non lo facevano, tirava dritto, voleva dire
che non gli volevano dire niente."
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venerdì 4 novembre 2016
la nausea
Ho riletto “la
nausea” di sartre: signori miei, che strazio. Per finire bene poi ci ho letto
dietro “lo straniero” di camus e poi ho capito che basta, adesso manca solo
affilare una bella lama e introdurmela in mezzo ai polmoni con lenta decisione.
Al di là di
questo è inutile sviluppare il pensiero per cui mi sono riconosciuta sia in
nausea sia in straniero. Continuo a pensare che, quando qualche mese fa stavo
traslocando per l’ennesima volta, i miei libri sapessero già quale fosse l’ordine
giusto in cui si dovevano mettere in fila per capitarmi in mano esattamente nel
momento giusto. Così fu. Ogni libro sembro io, in versione intelligente, che mi
sbatto in faccia terribili e penose verità sulla mia esistenza. Sarà essere
egocentriche…
In questi
giorni sono stata vinta dalla nausea, di nuovo. Vado a vedere un appartamento
che potrebbe farmi da rifugio per il prossimo futuro e mi sento possedere dalla
nausea. All’idea di altri odori, altre prospettive, altri spazi, altre notti in
cui mi sveglierò senza capire dove sono, altri suoni, altri vicini, stessa
solitudine densa e prepotente… mi viene la nausea. Dentro. È una sensazione
terribile, sento un magone ruvido che comincia a salire dalla gola e perdo il
senso del tutto. Mi sento totalmente assente nei confronti degli oggetti, del presente, della mia vita, delle persone che mi vogliono bene. Così fuggo. Mi nascondo
dentro la mia macchinina gialla e fumo 15 sigarette all’ora per non pensare a
quanto sono inadeguata.
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