Ti vorrei cantare a tutti i venti, vorrei chinarmi e
sussurrare alle tue pozzanghere primaverili. Vorrei accarezzare i tuoi
condomini grigi, brutti, con le cipolle infilate nelle calze di nylon sui
balconi, con le pezze azzurre sfilacciate che coprono le tue vergogne. Vorrei stamparmi
contro ogni vetro di ogni appartamento e lasciare le tracce di un bacio al vino
per ogni vecchietta vestita di nero che conta i passanti e parla al figlio
morto. Per ogni mamma che aspetta i bambini a casa mentre si accarezza il segno
dello schiaffo del marito sulla guancia triste. Per ogni papà che svaccato sul
divano bestemmia contro il telegiornale mentre si gratta la pancia.
Vorrei accarezzare i tuoi cani randagi dalle costole
sporgenti che regnano intorno ai bidoni di immondizia sviscerati dai
mendicanti. Vorrei accoglierti nel più caldo abbraccio, tessere una coperta
colorata e avvolgerti, cullarti e coccolarti, amore della mia infanzia, amore
della mia vita… la strada più brutta, più grigia, più crudele della mia città. Il
quartiere dei ladri, nessuno vorrebbe vivere con te. Hanno paura a parlare al
telefono per strada la sera, hanno paura di essere derubati, violentati,
picchiati nel buio dei tuoi vicoli. Viviamo insieme a piccioni malati, ratti
sanissimi, odore di piscio nei portici e siringhe sotto i piedi. Viviamo così e
… oh sì sappiamo amarti. Io so amarti, so amare la tua asimmetria sporca e
quadrata. Hai portato al surrealismo tutto quello che si dice dell’urban trash.
E io ti amo per questo e non voglio colori nuovi per te. Tu sei il ritratto di
me, di quello che ero da bambina, sei quella bambina sola e triste che passava
ore a guardare giù dalla finestra. Hai impresso le tue linee dentro di me, hai
dato forma a quella che sono o forse io ho dato la forma a te.
Tutti i colori e l’armonia della lontana Europa svaniscono
nei ricordi, sembrano un film visto anni fa dopo aver fumato della cannabis. Resti
solo tu con la tua crudeltà. La bruttezza di una bambina che nessuno ama. La solitudine
di una madre che accoglie le siringhe dei figli nel grembo ridotto a brandelli.
Tu sei dentro di me e ti canto con un lamento e ti amo con
profondità. Non troveremo mai la gioia dell’arcobaleno, ci hanno tagliato i
pochi alberi sui marciapiedi. Ma troveremo la pace nella nostra bruttezza. La piccola
bambina che guarda triste dalla finestra del quinto piano e tu.. la via più
brutta del mondo.
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