“E per addormentarmi penso che ti scriverei che non sapevo che il tempo non aspetta, davvero non lo sapevo, non si pensa mai che il tempo è fatto di gocce, e basta una goccia in più perché il liquido si sparga a terra e si allarghi a macchia e si perda. E ti direi che amo, che amo ancora, anche se i sensi sembrano stanchi, perché lo sono, e quel tempo che era così rapido e impaziente, ora è lunghissimo da passare in certe ore del pomeriggio, soprattutto sul fare dell’inverno, quando se ne va l’equinozio e la sera cala a tradimento e le luci che non aspettavi si accendono nel villaggio. (…) E ti direi di altri fiumi che abbiamo guardato insieme pensando che essi scorressero soli, senza accorgerci che noi scorrevamo con loro. E ti direi che ti aspetto, anche se non si aspetta chi non può tornare, e per tornare ad essere ciò che fu dovrebbe essere ciò che fu, e questo è impossibile”.
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