Devo essermi
fatta un bagno in una vasca di anestetico fortissimo.
Non ho paura
dove dovrei avere paurissima. Dormo sogni profondi e bui, le immagini sfocate
si dileguano in 4 secondi. È come se tutto questo non stesse succedendo a me. Come
se la vita non mi stesse crollando addosso. Come se fosse solo un film o il racconto
di una vita di qualcuno di cui non me ne frega poi più di tanto. Forse questa è
la verità: la mia vita è il racconto di qualcuno di cui non me ne frega poi
tanto.
Esisto nella
avvolgente tenerezza di questa luce dorata autunnale e non voglio che questa
sensazione di estraniazione dalla mia stessa esistenza passi. Ho ormai appurato
da tempo di non essere in grado di gestire le situazioni reali, che sono nata
per fuggire dai dolori del giovane Werther (e anche da tutti gli altri dolori,
se è per quello). Non fosse che sono una ragazzina mediocre probabilmente, anzi
sicuramente, sarei diventata una tossica. Sfuggire alla realtà è l’unico modo
possibile per sopravvivervi, almeno per me. Non sono una lottatrice, sono un
gatto pigro e lento. Voglio continuare a riuscire a guardare da fuori la mia
vita. come fosse un curioso acquario.
Life in a
glass house.
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