Il giorno più lungo dell’anno.
Lungo eterno.
Martedì è il giorno più insopportabile della settimana.
Ogni martedì è un cazzo di solstizio, non finisce mai. Si ha
davanti ancora tutta una settimana di porchidii, di ufficio grigio, di gente
ipocrita, di produrre-lavorare-subire.
C’è una luce fantastica adesso, hai visto? Quella che inonda
d’oro alberi, case e macchine. Mi mandi una foto di quello che vedi? Io sono a
Palazzina, mi hanno anche tagliato la palma da sotto il poggiolo.
Paure da far volare via.
Se facessi volare via le paure, non rimarrebbe nulla di me. Volerei
in un inceneritore. Evaporerei insieme alle mie paure, perché è della loro
sostanza che sono fatta, altro che stelle, sogni o sa il cazzo quale altra
trovata pubblicitaria. Io sono fatta di paure.
Paura dei volatili
Paura di perdere le persone
Paura di deludere le persone
Paura di non essere all’altezza
Paura di sprecare il tempo
Paura di non essere utile a nessuno
Paura di infastidire
Paura di immettermi in autostrada
Paura di dire quello che penso davvero
Paura di fare quello che vorrei fare davvero
A forza di aver paura, ho smesso di volere.
Mi sono svuotata di sogni e speranze.
Perdo il contatto, sento le voci distanti, non sento.
Sono nel mezzo del cammino, che però più che un cammino è un
girare in cerchio, senza mai riuscire a spezzarlo. Paura di spezzare il
cerchio. Un disagio che diventa confortevole.
Vorrei prendere tutte queste paure, incenerirle insieme a
lei, mettermi il mucchietto sul palmo della mano e soffiare forte. Far volare
via tutto. Smettere di aver paura. Liberarmi dai demoni, assorbire questa
torbida luce infinita.
L’unico posto in cui non ho paura è questo mio piccolo
cubicolo sgangherato. Il mio cerchio magico protetto. The magic circle. Fino a
qualche anno fa era il mio letto a casa. Ora non c’è più il letto e la casa è
diventata un fantasma. Svuotata, screpolata, impregnata di odore d’urina
stantia. Il mio spazio sicuro è scomparso. Ora è qui. In questa squallida
periferia cementificata, in mezzo a sconosciuti, riconosco solo l’abbraccio del
mio appartamento. È così difficile comprendere questo bisogno di casa? Si vede
di sì. Il desiderio di mantenere le proprie posizioni è sicuramente più
importante del bisogno di creare un luogo sicuro per un’altra persona. È giusto
così. È più sano così. Prima di tutto i propri bisogni.
Stupida
Stupida
Stupida
Prima i tuoi bisogni e poi il resto…
È così che deve essere, perché io non ci riesco?
"Per quanto con l'abitudine avesse imparato a memoria i contorni della casa ormai da tempo, la rassicurava comunque sentire il pavimento sotto i piedi mentre si muoveva da una stanza all'altra, sapere che la casa era una realtà precisa, con tante sfaccettature, anche se lei vedeva tutto come se fosse sott'acqua a occhi aperti. Quando si era accora di avere la vista offuscata era stato quello il suo primo pensiero, di avere un eccesso d'acqua negli occhi: lacrime, forse. Erano cose che succedevano ai vecchi. Il giorno dopo, al suo risveglio, era ancora lì: una membrana acquosa. Impaurita, si era rifiutata di accettarlo. Aveva pregato e aspettato, finché una mattina si era svegliata e le cose avevano perso i loto contorni. Era annegata. Ma-mee andò in cucina strascicando i piedi, un po' come se pattinasse: moquette, legno del corridoio, moquette ruvida del soggiorno, le piastrelle irregolari della cucina."
La linea del sangue
JW
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