lunedì 24 settembre 2012

titolo del post.

I beni materiali… poi in fondo a cosa servono? A nulla, se non c’è pace dentro… ma a volte mi domando se effettivamente sono così matura da poter vivere senza. ieri mentre camminavo scalza e profumata, dopo un lungo bagno con i petali di rose, dell’ottimo chianti, un vecchio film sul portatile e delle candele nel bagno.. in un piccolissimo appartamentino tutto perfettamente pulito, dopo aver sistemato tutte le mie spezie nei vari barattolini e aver messo delle lenzuola nere e profumate di aria autunnale.. mentre accendevo il gas per prepararmi una tisana e sfogliavo un vecchio libro… mi sono domandata se l’avrei mai pensato 15 anni fa. Quando avere la corrente anche solo 2 ore al giorno era una gioia, quando mangiare qualcosa che non fosse riso basmati bollito era una gioia, quando dormivamo vestiti d’inverno e ci addormentavamo sotto gli spari, quando non sapevi se la nonna dopo essere andata a prendere il pane sarebbe tornata col pane o ce l’avrebbero riportata con una pallottola nei polmoni, quando la mamma tornava dai turni al pronto soccorso dopo essere stata minacciata con i kalashnikov, quando a scuola staccavamo il parquet per metterlo nella stufa e poi faceva solo tanto fumo e niente calore… quando… l’avrei pensato? Avrei pensato che un giorno sarei potuta permettermi un armadio pieno di vestiti bellissimi, che avrei potuto andare a cena fuori e invitare anche i miei amici? Che avrei potuto avere un cellulare, la connessione internet, un computer, acqua calda e posso andare al cinema e comprare dei libri e … non l’avrei mai pensato… e se ci pensavo probabilmente mi sembrava irraggiungibile e troppo bello. Invece ora è tutto vero. È tutto vero e io ho iniziato a preoccuparmi per altre cose, lamentarmi perché non posso permettermi di viaggiare quanto vorrei, non posso permettermi la scuola di pianoforte, la specialistica o il master che mi piacerebbe fare… e pensare che non troppo poco tempo fa anche solo l’idea di poter fare un’università sembrava irreale… e poi viene in mente quando prima di mangiare il riso basmati ci facevamo il segno della croce e benedivamo il cibo e ringraziavamo di essere vivi e relativamente sani. La fede con gli anni si è cancellata, è una cosa di cui mi vergogno quasi, l’aver creduto in un dio così crudele, ma ai tempi non mi ponevo queste domande, ogni piccolo avvenimento positivo in una vita di catrame nero sembrava un piccolo dono, ora in una vita agiata, ogni piccolo avvenimento negativo è una tragedia, motivo di rabbia verso l’universo.. Quando è successo? Bah… credo a 14 anni.. nel giro di qualche mese ho perso la fede in dio, nella fatina dei denti, babbo natale, il grande amore, le vere amicizie… in una piccola stanzetta di un paesino montano ho sbattuto la testa contro le pareti quando per la prima volta ho capito che l’unica cosa vera e concreta nella mia vita sarebbe sempre stata la solitudine. Inizialmente ero arrabbiata, poi disperata, poi spaventata a morte… ma ora capisco che lei è la mia unica sorella, la mia unica madre… quella che mi ha vista danzare di felicità e piangere sopra le macerie del mio cuore. La solitudine, il vino e la musica… parole scritte, urlate, sussurrate… è ora di farci pace e io forse oggi e spero anche domani… sono felice di quello che ho, non solo per la casa (che non è neanche mia), non per la mia tranquilla quotidianità, ma sono felice di essere sola, di non avere nessuno a cui rendere conto, nessuno che mi faccia sentire in colpa… le persone mi stancano subito… e questa è l’unica vita che merito e che avrò. Io e io e i miei libri…