domenica 21 marzo 2021

lampadina spenta

 

Strano, no? 

Ami un uomo. 

Lo ami tutto. 

Ami le sue idee, la sua voce, ami i suoi pallidi piedi sturzellati, i suoi polpacci da vichingo che proseguono in alto con delle coscette ciccione che si incontrano verso l'inguine creando fastidiosi attriti con mutande e pantaloni. 

Ami i suoi bianchi maniglioni antipanico, quell'assurda distribuzione dei peli sul petto: ché, non s'è mai visto un uomo con peli a chiazze. 

Ami le sue spalle larghe e il modo in cui le muove con disinvolta cazzutaggine, quando cammina. 

Ami il suo collo, leggermente raggrinzito ormai, che emana una gamma di odori ben classificati: dall'odore da sonno, all'odore di falegnameria, all'odore di Davidoff, all'odore sudato, all'odore del peccato post coito. 

Ami i suoi capelli, tagliati da marines sbronzo, da bimbo minchia, arruffati e leggermente brizzolati, ami anche la piazzola di calvizie che va arrogantemente formandosi. 

Ami le sue mani ruvide, utili a fare lo scrub e un milione di altre cosacce. 

Ami le sue idee radicali, le sue utopie, la sua rabbia contro il sistema, la sua patologica onestà, il suo essere autistico, la sensazione di tenerezza e angoscia che trasmette, quando inizia a dondolarsi nel letto. 

Lo ami anche mentre litigate, anche mentre gli fai docce di veleno, risentimento, delusione e rimproveri. 

Ami la sua luce, ami la luce che accende dentro di te. 

Ami le sue carbonare, ami la domanda dopo cena: "vuoi il caffè?" ripetuta ogni volta, per anni. 

Ami i suoi messaggi vocali con quella voce che ti genera in testa pensieri poco ortodossi. 

Ami praticargli delle cose poco ortodosse, anche dopo anni. 

Ami le sue manie. 
Lo trovi arrappante anche quando piscia da seduto o quando si mette la calza da vena varicosa.
O quando se ne esce con quella tutina da bici inaffrontabile con il bonus dello straccio da cucina intorno al collo
Lo scoperesti a sangue anche allora.

Succede. 

Raramente, ma succede di trovare una persona così. 

Raramente succede che di una persona non ti faccia schifo nemmeno la sua merda. 

Raramente succede che una persona ti susciti rispetto e orgoglio anche quando la prima cotta è passata. Raramente succede che una persona riesca a farti ridere esattamente nel modo in cui hai bisogno di ridere. 

Raramente una persona sa farti sentire desiderata anche quando sei oggettivamente sciatta e imbruttita dal preciclo. 

Raramente, ma succede. 

Succede poi che lo stesso uomo che ami così e in un milione di altri modi, che ti ama e ti avvolge nella sua premura, come fosse una coperta calda, riesca ad ucciderti.

Con metodo, perseveranza, giorno dopo giorno, negandosi, distruggendo i tuoi sogni e le tue speranze. Nascondendosi da te, fuggendo dalla vostra vita, chiudendo le porte, socchiudendole per poi sbattertele di nuovo in faccia. Dimenticando i tuoi dolori, dimenticando anche i suoi. Mettendo al primo posto tutto il resto, procrastinando fino all’infinito. Smorzando qualsiasi entusiasmo, facendoti sentire sbagliata, mediocre, squallida, ridicola.

Ignora la parte più complicata di te. 

Ama solo la parte scema, divertente, sarcastica, maiala, ma non riesce ad amare e provare a salvare la parte più difficile della bambina vulnerabile e sola. 

Non lo fa. 

Non ci riesce. 

Non vuole. 

Preferisce andare a fare la legna, abbandonarti sola nella sua casa, mentre risolve cose più risolvibili. 



Ti ritrovi poi a non capire e continuare a farti la stessa domanda da mesi, da anni: come è possibile che una cosa così grande venga buttata via?

Cerchi una definizione: sarà egoismo? Paura? Pigrizia? Sarà che ti ama solo a pezzi, senza volerti concedere di entrare nella sua vita? Fiumi di parole, lacrime, urla, bestemmie e nessuna risposta. Vorresti almeno avere una risposta, anche crudele. Un NO, NON TI HO VOLUTO. E invece è un TI HO VOLUTO, MA NON A SUFFICIENZA. E senti di nuovo le lacrime salire… allora era tutto finto?

E piangi di nuovo, piangi e sbatti la testa, perché sembra un peccato mortale togliere al mondo quello che eravate, togliere a voi, quello che eravate, quello che potevate essere, dei sessantenni che si prendono in giro e si danno i morsetti sul culo a vicenda. E ti incazzi, perché anche i ricordi svaniranno e rimarrà solo una cosa lontana, bella sì, ma lontana con ormai nessuna connessione alla realtà. Non avrai più quella piccola lampadina accesa di orgoglio, perché hai il ragazzo migliore al mondo. Il più giusto, il più premuroso, il più buono, il migliore a letto, il migliore in cucina e che sapeva calmarti con un abbraccio.

Lampadina spenta.

Sigaretta accesa.