lunedì 31 agosto 2015

31/08/2015

- mi vorresti anche se mi tagliassero una gamba?
- ti vorrei anche se te le tagliassero entrambe. anzi. sarei più comodo.

d'altronde quando è amore...

martedì 25 agosto 2015

record!

abbiamo convissuto a strettissimo contatto per più di 6 giorni senza mai scazzare.
ho paura a dirlo ma forse la crisi è stata superata. forse per una volta il ciclo stregato si è spezzato.
abbiamo fatto sei giorni di
- concertino swing
- concertino Nina Zilli (qualità media, ma orecchiabile) in mezzo alle dolomiti
- pasta fresca fatta in casa
- gita sulla cima a 1830 m
- panini allo speck in mezzo al bosco
- caffè dalla suocera
- pranzo con la cognata
- ravioli di pesce fatti in casa
- pizza in un microscopico localino molto "barcellona"
- sin city 2
- il segreto dei suoi occhi
- libri
- lettura di internazionale
- risate
- micro aperitivetti
- sesso
- herpes
- mestruazioni
Gli ultimi due punti si sono corrisposti negli ultimi due giorni e nonostante questo siamo riusciti a non scazzare.
Sono molto orgogliosa di noi e sono molto felice di tutto questo anche se ora subentra il nuovo problema. Il problema dal nome "i suoi amici non mi sopportano più".
Ma voglio andare con ordine. Voglio godermi ora quello che abbiamo costruito in questi giorni e poi vedremo cosa fare con gli amici che ad un tratto hanno iniziato ad odiarmi.
Forse tutto questo romanticismo è finto. Forse si sta sforzando anche lui per vedere se ce la facciamo e in realtà vuole mandarmi a cagare. Forse mi ha tradita e in qualche modo cerca di rimediare.
"stamattina mi sono svegliato e sono stato lì un po' a guardarti. Avevi un profilo veramente stupendo, con un mezzo sorrisetto. Sembravi un angelo. Volevo farti una foto, ma poi ti ho baciata".

Se questo è finto vuol dire che ho a che fare con un figlio di puttana di dimensioni epiche. E se ho a che fare con un figlio di puttana di dimensioni epiche, direi che voglio rischiare il colpo. Perché si sa: a noi ragazzine mediocri piacciono i figli di puttana di dimensioni epiche.
A me piace lui. Di qualsiasi dimensione.
Cara Venere, vediamo di non smerdare tutto di nuovo, per l'amor del cazzo!

sabato 15 agosto 2015

in love we trust. still and again.

"è solo che non mi sei uscita dalla figa, per il resto sei mia!" cit. mia zia. In lingua originale suona meglio, ma la morale è quella. Lei è mia madre, mia madre è mio padre. Gli uomini non hanno partecipato che marginalmente nella generazione. 

John Steinbeck ne sa un botto.

New York
November 10, 1958
Dear Thom,
We had your letter this morning. I will answer it from my point of view and of course Elaine will from hers.
First — if you are in love — that’s a good thing — that’s about the best thing that can happen to anyone. Don’t let anyone make it small or light to you.
Second — There are several kinds of love. One is a selfish, mean, grasping, egotistical thing which uses love for self-importance. This is the ugly and crippling kind. The other is an outpouring of everything good in you — of kindness and consideration and respect — not only the social respect of manners but the greater respect which is recognition of another person as unique and valuable. The first kind can make you sick and small and weak but the second can release in you strength, and courage and goodness and even wisdom you didn’t know you had.
You say this is not puppy love. If you feel so deeply — of course it isn’t puppy love.
But I don’t think you were asking me what you feel. You know better than anyone. What you wanted me to help you with is what to do about it — and that I can tell you.
Glory in it for one thing and be very glad and grateful for it.
The object of love is the best and most beautiful. Try to live up to it.
If you love someone — there is no possible harm in saying so — only you must remember that some people are very shy and sometimes the saying must take that shyness into consideration.
Girls have a way of knowing or feeling what you feel, but they usually like to hear it also.
It sometimes happens that what you feel is not returned for one reason or another — but that does not make your feeling less valuable and good.
Lastly, I know your feeling because I have it and I’m glad you have it.
We will be glad to meet Susan. She will be very welcome. But Elaine will make all such arrangements because that is her province and she will be very glad to. She knows about love too and maybe she can give you more help than I can.
And don’t worry about losing. If it is right, it happens — The main thing is not to hurry. Nothing good gets away.
Love,
Fa

viscere.

Ho una relazione senza viscere. Una relazione sviscerata. Il ciclo è sempre lo stesso da più di 10 anni a questa parte, fa quasi paura a pensarci. Funziona più o meno così:
Mi conosci e rimani totalmente abbagliato, dalla mia bellezza nascosta, non volgare e decisamente fanciullesca. Rimani abbagliato dalla mia vita pittoresca, i viaggi, le esperienze, il coraggio. Rimani abbagliato dai miei gusti in letteratura, arte, musica, cinema, presa di posizione apolitica e ragionata, spiritualità pagana ed esoterismo spinto. Ti innamori. Pensi di non voler altro, di aver trovato la ragazza complicata, ma bella, ma giusta, ma divertente, ma fine, ma alla mano, comprensiva, non troppo sdolcinata, ma sensibile, ma educata, ma non troppo borghese. La scopi a sangue. Ti fai un bel periodo di nuvolette quando immagini i tuoi figli con in faccia i suoi occhi e tutti gli ostacoli sociali legati alla sua provenienza, eccentricità, carattere del cazzo, sembrano ampiamente superabili. Poi io mi rilasso. Tiro fuori le mie orrende nudità, paure, paranoie, tristezze, nodi non ancora sciolti, ti sotterro di pretese, di cose che non vanno bene, non ti faccio sentire apprezzato, mi blocco, voglio cose che non puoi darmi, ti svalango addosso tutto il peso delle mie aspettative. Ti metto in mano il mio cuore e ti dico “ok ora è tuo, per favore fammi felice”. A quel punto ti scendono i coglioni. Sfiorano l’asfalto e cominci a vedere i miei mille difetti. La misantropia, l’associalità, la tendenza all’inganno, l’ambiguità, l’instabilità mentale e emotiva, tendenze depressive, psicopatia, il mio attaccarmi ad ogni virgola per farne un dramma. Nel mentre io sono fottuta, perché penso che tu sia in grado di aiutarmi. Che proprio tu sei nato per aprirmi, rilassarmi, darmi una certezza, un rifugio, una promessa. Ti senti la responsabilità sulle spalle e i coglioni cominciano a sanguinare. Ti allontani. Troppo peso. Scatta il meccanismo di sopravvivenza psicologica. Non vuoi addossarti 43 chili di complicazioni. Non ce la fai. Hai ancora un barlume del bene che mi volevi, ma proprio non riesci. Ti appesantisce la mia esistenza nella tua. Alla fine io mando affanculo tutto, oppure mi faccio aiutare da te. Un meccanismo ormai comprovato. E lui poi mi dice “sei talmente innamorata della tua tesi per cui tutti te lo devono mettere nel culo che ormai non riesci a credere ad altro”. Eh grazie al cazzo! Dimmi se non è vero! Non che qualcuno me lo voglia mettere nel culo (forse letteralmente anche sì), ma è che nessuno ha voglia di restarmi vicino anche nei momenti più bui, aspettare che il buio passi per tornare a brillare insieme. Nessuno riesce a superare la prova del momento in cui decido di consegnarmi tutta, con tutta la mia bruttezza, nelle mani di una persona. Forse la soluzione è restare in superficie. Non consegnare niente a nessuno, rimanere brillante, divertente e ninfomane. Ma è che io di una relazione così non me ne faccio un cazzo. Non sono mica una cabarettista del cazzo. Ho bisogno di qualcuno che sia in grado di rimanermi accanto anche e soprattutto quando sono insopportabile, quando costruisco muraglie di ghiaccio, mi chiudo, sputo sentenze, avveleno l’aria intorno a me. Ho bisogno di qualcuno che abbia la forza di rimanere, di abbracciarmi anche contro la mia volontà. Di prendermi a schiaffi e dirmi “sono qua, sono con te e voglio restare con te, anche se sei una merda e non sei quello che sembravi e invece ti voglio esattamente così.”
Ma a quanto pare è impossibile. Non sto facendo di tutta l’erba un fascio, per l’amor del cazzo! È che io sono attratta da persone senza coglioni si vede. O da persone che non riescono ad innamorarsi al punto di superare questo primo scoglio. Al primo scoglio scatta il sacrificio dei cuoricini e sogni e risate. Arriva il buio, il lamento, il muro, la tensione, la mia paura di aver sbagliato di nuovo. Ormai potrei inaugurare un cimitero di un certo spessore con su tutte le croci e le facce che ho amato, che mi hanno amata, hanno creduto di amarmi, hanno provato ad amarmi, ma non ci sono riuscite.
Amen.

   

Buon ferragosto!

Non voglio ora fare la triste che rimembra la felicità di questo giorno di un anno fa. Non importa. Ora non sono felice, ma nemmeno triste.
Sto aspettando di sfornare dei pomodori gratinati in una ricetta molto modificata di giallo zafferano. Al posto del pan grattato ho usato la farina per farcire i pomodori, vediamo cosa ne viene fuori, ho un leggero dubbio sul tutto comunque, temo si formino delle piccole pagnotte di pasta semi cruda all'interno dei miei pomodori biologici.
Oggi, come la maggior parte delle feste comandate, starò a casa da sola. Mi ero promessa di uscire almeno a bere un caffè dopo pranzo, ma temo che salterò questo invito a me stessa. O chissà, no. Sto ascoltando Michael Bublè, che fa quasi venire ancora più caldo, visto che lo si ascolta per lo più d’inverno. Mi mette quel mood romantico e gioioso, assolutamente non corrispondente al contesto attuale. Ma romantico e gioioso de che? Ho un moroso che si sta allegramente divertendo in mezzo alle sue squinziette provinciali. Bestemmiando, ruttando, bevendo birra, mangiando panini con la cipolla e giocando a pallavolo, rimestando il fango del temporale di ieri sera. Ho un moroso che mi sta spingendo fuori dalla sua vita. Ho una me stessa che se avessi un minimo di amor proprio probabilmente me ne andrei io da sola senza bisogno di spinte. Ma non me ne vado. E a questo punto non è nemmeno perché sono testarda e voglio salvare la mia storia, avere pazienza di aspettare che la crisi passi… no. È semplicemente l’inerzia. La paura di pentirmene. La non voglia di affrontare la situazione. La paura che è solo perché è generalmente un brutto periodo e che forse tutto passa e torneremo ad avere un po’ di magia tra noi.
Ho passato la vita a passare le feste da sola. Anni di natali, ferragosti, pasque da sola. La cosa non mi pesa più. Il primo natale che ero rimasta da sola ho pianto con la testa affondata nel cuscino. Dopo passa. Ci si abitua a tutto. Soprattutto perché so che se sono fisicamente sola, ho una manciata di persone meravigliose che mi pensano e mi vogliono bene. Non credo di meritare la famiglia che ho. Ma ce l’ho. E non la curo. Invece curo uno che… beh, ho appena elencato sopra. Uno che non è in grado di far spazio per me nella sua vita.

Ho uno spasimante storico tornato alla ribalta. Mi fa ribrezzo. Ma mi rendo conto che se avessi la possibilità giusta, praticherei dell’adulterio senza troppi sensi di colpa. Anzi, lo desidero. Non so se per vendetta o semplicemente per confermare a me stessa che ho ancora delle carte da giocare. Magari non lo farò nemmeno, ma l’idea è triste. Ho amato questo ragazzo per due anni prima di averlo. Gli sono rimasta fedele per un anno e mezzo senza che lui nemmeno mi sfiorasse, solo perché mi faceva schifo l’idea di andare a letto con qualcuno che non fosse lui. Invece adesso lo vorrei. Lo vorrei perché sono delusa. Mi sembra di aver perso tempo. Mi sembra di aver amato qualcuno che non è in grado di amarmi. E non si può amare in eterno senza essere amata. Poi si fa la lista di tutti i suoi gesti bellissimi e mi domando che cazzo voglio, è praticamente perfetto, a parte questa cosa che io vengo dopo tutti i suoi impegni. Ma una ragazza, anche insensibile come me, lo sente quando non è amata. E io non sono amata. Non ce ne sono balle. Ma aspetto ancora un po’, per essere sicura di non sbagliare. Per esaurire le scorte, le ultime goccioline d’amore rimaste, per poi non mangiarmi il fegato come ho sempre fatto in passato.

lunedì 3 agosto 2015

in love we trust.

avevo una pianta grassa. Ce l'ho ancora. Solo che stava per morire. L'avevo data per morta dopo l'inverno che le ho fatto passare all'aperto. Dopo invece le ho cambiato la terra, le ho dato da bere e le ho fatto tante coccole. Nel giro di un mese è tornata bella grassa e le è anche nata una piccola bambina timida che sta crescendo piano piano. Forse è questo. Forse un po' di terra, acqua, sole e coccole possono far tornare grasse anche le piante date per morte.