lunedì 20 gennaio 2014

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Ti dicono "Ci vuol tempo, armati di pazienza"
Ti dicono "Vivi come se non ci fosse un domani, non posticipare"

Mi trovo
confusa.
nauseata.
con un'irrefrenabile desiderio di prendere a testate tutti i muri.


Vorrei prendere a testate me stessa.


Poi sì. a questo punto vorrei uscirmene con una cosa come "ci metto tanto ad affezionarmi alla gente, ma una volta affezionatami, poi do il cuore e l'anima alle persone che amo e andrò a testa alta in prigione per difenderli" tipo no? oppure al contrario "non è colpa mia se mi affeziono subito e do tutta me stessa a delle brutte persone".
Niente di ciò è vero nel mio caso. Io non mi affeziono. Io seleziono.
Mi odio perché non sono in grado di stimare le persone che amo, che mi tocca amare. Persone che mi amano. Non riesco. ho bisogno di rispettare, di ammirare, di stimare una persona per amarla. non riesco ad amare per amare, perché sei gentile con me e ci sei nei momenti difficili e non mi lasci sola e mi riempi di attenzioni, se non mi piaci non mi piaci. Ti tollero, ti voglio anche del bene, ma non potrò mai amarti fino in fondo. A questo punto l'elenco di persone che amo veramente si riduce a mia madre, mio nonno, mio cugino, e il merda lì che non mi caga..e forse un paio d'altri. Non riesco nemmeno ad amare mio fratello fino in fondo, anche se darei il culo per lui, ma non lo rispetto, non mi piace. Ho una sfilza di amici che adoro perché sono riusciti a starmi vicino anche nei momenti in cui io stessa facevo una gran fatica a non mandarmi a fare in culo, persone che senza volere nulla in cambio mi hanno aiutata e sostenuta e tenuta e trattenuta e cibata quando mi rovinavo di fame e accompagnata e scarrozzata... ma se sono persone che non mi arricchiscono spiritualmente come dico io allora bo... allora rimane tutto nel bidimensionale, nell'umana gratitudine per esserci, per essere così dolce e carino, ma non perché sei TU.
Problematico questo punto per me, non riesco a risolverlo e soffro un sacco nella mia incapacità di amare "con semplicità" come si suol dire.
Sono una persona del cazzo c'è poco da fare. Viziata dall'affetto incondizionato altrui, viziata da attenzioni e ammirazione... incapace di dare senza un perché.
Bella persona di merda.

martedì 7 gennaio 2014

pusillanemia

"ma tu che in qualche modo mi vuoi bene e mi conosci puoi dirmi come sono, veramente? La mia idea di me è del tutto sbagliata.."

Intanto il mio "qualche modo" di voler bene è già argomento di ampia discussione, ma per ora lasciamolo da parte.

Direi che le crisi di identità sono più che normali. Non capire chi siamo o capire che non abbiamo capito un cazzo di noi stessi è normale. E' normale sorprendersi di se stessi di tanto in tanto. Certo, qua abbiamo a che fare con un caso di narcisismo estremo, ma pare che il narcisismo estremo sia caratteristico di un sacco di umani, quindi forse il caso limite sono i pochi in grado di mettersi in discussione. 

Passiamo al fattore età. Una crisi di identità ci può stare a qualunque età, anche se mediamente pare avvenga più spesso durante l'adolescenza o a metà del terzo decennio, quando sembra che non sei più piccolo ma ti rendi conto di non aver ancora fatto nulla di utile al mondo e le immediate prospettive non promettono grandi progressi. 

Poi c'è anche la crisi di mezza età, mi hanno detto. 

La questione in questo caso concreto non è il problema della crisi di identità. E avere 47 anni non è un fattore di grossa importanza. Il problema non  è questo. Il problema è il fatto di avere una crisi senza avere un'identità. La risposta è questa, ma non gliela diamo. Non disturbiamo il narciso. Lasciamolo ribollire nel suo sughetto di introspezione galoppante, chissà che riesca a trovare qualcosa che sia Suo, non per sentito dire, non mollato a metà strada per pigrizia... 
Però io posso provare della pena? Non è brutto se provo pena per un uomo del genere? E pena per me stessa che nel mio infinito istinto materno misto a quello di madre teresa mi sono immaginata di poterlo salvare da lui stesso. Tempo perso, rabbia repressa, 0 soddisfazione, 1000 danni a entrambi. Così impari cara M a fare la salviFica della situazione. Ben ti sta!  
   

cause i'm messed up on you



i will lay around and wait. and i'll wait for you.

Berrò la tua voce.
Addormenterò il mio corpo nell'attesa.
Che senso ha pensare a quando smetterò di aspettarti? Può succedere domani, ma ora mi godo l'attesa. Godo a giocherellare con i secondi. Godo a vivere una vita piena di te che non ti sfiora.
Totalmente incasinata, sei il subbuglio del mio stomaco.
I fili nervosi si aggrovigliano con i capillari e irradiano di
te il sangue che mi arriva al cuore, ai polmoni, splendo di te dai fori che mi ritrovo per occhi.
Tu basta che esisti, sai? Non ha importanza, so che è un'attesa senza fine, un vicolo cieco, un labirinto... ma è il labirinto più colorato e leggero che io abbia mai percorso. Un alternarsi di cadute in un buco nero quando un attimo prima c'eri e poi ti allontani per poi ritrovarmi spedita in cima all'universo quando semplicemente il pensiero di te mi fa esplodere i neuroni in mille campane. Volare, cadere, camminare alla cieca, abbandonarmi nuda e ricoperta di emozioni.. a te. per te. amen.

venerdì 3 gennaio 2014

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Provare per credere.
Volare per credere.
Volare per cadere.
Provare per cadere.

unchain

si riprende. sempre.
si riprende a mangiare.
si riprende ad attendere.
si riprende a fissare lo schermo del telefono.
si riprende ad avere il cuore in gola ad ogni messaggio.
si riprende a bestemmiare ogni volta che si scopre il mittente.
si riprende...
non sono brava ad impormi. mai stata. non ho forza di volontà. la volontà passa da sola, devo solo armarmi di pazienza. e non ho nemmeno quella ma che palle.
intanto ho ripreso a mangiare, dopo una settimana. Ariel Sharon è peggiorato, Gesù iddio, sono peggiorata anch'io rispetto a 7 anni fa, che cazzo vi aspettate?

sulla linea verona - vicenza si è rotto un treno e io ho passato circa un'ora raffreddata sotto  l'acqua ad aspettare un pulcioso autobus che mi riportasse nel buco del culo in cui vivo da quasi due anni ormai. Ed è proprio lì, sotto l'acqua che è arrivata l'illuminazione: smetterla di aspettare che la vita inizi a girare nel modo giusto. Aspettavi il diploma, poi la laurea, poi sa il cazzo cos'altro e sembrava che la stabilità e un minimo di benessere psico-fisico siano lì dietro l'angolo ad aspettare. Invece a 26 anni, il due di gennaio, mi ritrovo ancora sotto l'acqua,  ad aspettare un fottutissimo autobus, come anni e anni e anni fa... temo che nulla cambierà... quanto meno non in meglio.

Ecco questa è la mia considerazione del terzo giorno dell'anno. Caro duemilaquattordici, non mi aspetto un benemerito cazzo da te, quindi con me puoi rilassarti. Non ti chiedo nulla, non ho buoni propositi, non ho speranze, non ho obiettivi, nulla. Già sei troppo impegnato a smerdare le speranze del resto del mondo, quindi con me puoi prenderti una pausa.
Evviva! Evviva! Evviva!