sabato 31 luglio 2021

V-day

 

Finalmente, dopo lunghe analisi da talk show, la novantaduenne matriarca ha deciso di inocularsi.

Indossate mutande e canottiera buone.

Ravviati quei capelli color melanzana punk.

La si adagia, come una statuetta di sottilissima porcellana, nella nove-giaris.

-          Hai paura?

-          Niente fa più paura di perdere una figlia

E non c’è pathos, non c’è vittimismo, non c’è neanche rabbia.

C’è solo una limpida consapevolezza straziante.

La matriarca novantaduenne è saggia.

Lei lo sa che l’unica paura degna di esistere, è quella di perdere le persone.

Tutto il resto si aggiusta, si ricostruisce, si cicatrizza, si sconfigge, si ignora.

martedì 13 luglio 2021

luoghi da esplorare.

 


Giappone.

Dobbiamo aspettare che io prenda un passaporto.

Intanto metto via i denari.

Misha mi ha regalato un salvadanaio a forma di fungo con chiusura a coccinella. Produzione rumena.

In tre anni ho messo via 170 euro: è stato più facile prendere il passaporto sotto Salvinie.

Portogallo.

Dobbiamo proprio andarci, prova a guardare i biglietti. Ma quando hai le ferie? Non si può chiedere. Vediamo un last minute?

Berlino.

È un posto che hai sempre pensato di voler visitare.

Iran.

Andiamo a vedere dove sono nati i miei bisnonni.

Israele.

Ti sarebbe piaciuto, ma per come si comportano ora, pensare di rimpinguare le loro casse, fa girare i coglioni.

Istanbul.

Facciamo le vacanze invernali dove non fa troppo freddo. Ombrello di Pedrollo sbrindellato in otto secondi. Andiamo a bere una cosa a Capodanno? Ma le lire turche? Un chay alle mele al Guesthouse scalda comunque il cuore. Chaotic, but beautiful.

Cappadocia.

Belli i film che scelgo io.

Sarebbe da andare in Sardegna, né? Nell’entroterra.

Ma tanto, ovunque andiamo, si scatena la bufera di neve o almeno scoppia una bomba o fanno un attentato.

Ci sono ancora mille posti dove vogliamo andare, sei sicura di volere dei figli?

Con noi era bello anche Il Marinaio.

Anche il Dolo.

Anche Puccio Enza.

Anche Il Cavallino.

Anche l’Autogrill.

Anche il kebabbaro.

Con noi era bella anche San Bonifacio.

Siamo invece andati affanculo.

È comunque un posto da esplorare.

E diventa un posto bello anche la Snai senza di noi.


"adesso Joshua capiva perché a Ma-mee era piaciuto tanto quel viaggio: nella luce del tramonto, nel vento forte, l'erba di palude tremava e frustava l'aria, girandosi da una parte all'altra per catturare la luce, passando dal verde al dorato, al rosa, al colore del grano. La vegetazione fremeva piegandosi alla carezza dell'aria che dal golfo soffiava fino al lago, attraversando la stretta lingua di sabbia, erba e pini; tutto scintillava e risplendeva come il viso di Laila, gli occhi di Ma-mee, o un piccolo pitbull tarchiato dalle gambe storte mentre balza in aria - una bellezza del tutto gratuita, qualcosa che chiede di essere adorato solo per il fatto di esistere."

Jesmyn Ward

La linea del sangue

lunedì 5 luglio 2021

sorella.

 

La sensazione di impotenza uccide.

Avevo questa certezza.

Una certezza che da sempre viene ripetuta e consolidata verbalmente nella narrazione dinastica.

Lei è forte. Lei è l’unica sana di mente. Lei è razionale. Lei sa gestire qualsiasi situazione. Lei è della Bilancia, lei soppesa. Eppure lei, la più forte emotivamente, quella che non perde un colpo e non prende mai nulla troppo a cuore, proprio lei, banalmente, è la più devastata da questa perdita.

Nessuno di noi, con tutta la buona volontà, riuscirà a colmare il vuoto. Nessuno riuscirà ad alleggerire il dolore della perdita di una mamma così figa. Lei si fissa con delle cose sciocche. Ripete, ripete e ripete la stessa cosa centinaia di volte. Si sveglia tremando e non sapendo dove si trova, si sente in colpa con le figlie che non riesce a cagare, esplode di rabbia e lacrime per un oggetto spostato. L’idea di comprare un biglietto aereo, un gesto quasi quotidiano, per lei diventa un’azione inaffrontabile. Non riesce a riconnettersi con la realtà, con la sua routine. E io non posso fare niente. Posso chiamarla, raccontarle i cazzi miei, posso distrarla, farla ridere, posso anche volare da lei, baciarle le mani e le palpebre, cullarla fino a farla addormentare, ma non sarò mai la sua mamma. Continuo a pensare che, forse, non bisogna costruire rapporti troppo profondi con nessuno. Bisogna costruirsi una bolla di vetro, dove le cose non penetrano, dove i sentimenti non sono troppo forti, dove la mamma non sa di che colore era lo stronzo che hai prodotto oggi, non sa chi sono i tuoi colleghi, non sa se tuo marito sa farti venire, non conosce ogni millimetro di sviluppo delle tue bambine, non sa cosa hai mangiato oggi e non sceglie insieme a te il vestito da mettere alla riunione di domani. Una mamma che non ti invade, irritandoti, con i suoi infiniti consigli sulla sistemazione di mobili, il colore delle tende, le scelte educative delle bambine, la macchina da comprare. Serve una mamma che stia bene o che muoia ad un certo punto, senza però lasciarti paralizzata in un mondo che perde il suo colore più vivace. Ira era così. Era presente ovunque, in gesti quotidiani, nelle scelte grosse, nelle scelte piccole, nelle paranoie, ipocondrie, litigi, risate. Risate. Ci ha regalato troppe risate per pensare di togliercele così di botto. Ci ha regalato troppo del suo odore per scomparire così improvvisamente.

Ho sempre odiato la guerra. La guerra, per me, era il peggiore dei nemici. Quella che toglie le persone amate senza permesso, quella che distrugge la casa, porta via i progetti vita. Ora, credo di odiare di più il tumore. È stato più devastante della guerra, più meschino, più subdolo, più figlio di puttana. Non esiste una giustizia universale, ok. Non esiste un dio buono, il dio amore, il dio misericordioso. Non esiste nulla, che non sia un fottutissimo caso che ti porta via grosse fette di vita, strappandole insieme alla carne, al cuore, al poco spirito che hai.

Vinceremo il dolore prendendoci per mano? Sarà sufficiente? Abbiamo vinto guerre, nostalgie, chemioterapie, separazioni, tradimenti, abbandoni, bugie, ma vinceremo contro la morte della più figa delle persone?