mercoledì 30 aprile 2014

blocco

Sono circa 5 ore che sto cercando di scrivere un articolo che invogli le persone a sostenere a distanza i nostri timidi progetti nel mondo. Pathos, ma non troppo. Dati statistici, ma non troppi. Farli sentire in colpa, ma non troppo. Farli sentire in grado di cambiare il mondo, ma non troppo.
Come si fa?  O meglio, come si fa a scriverlo in un modo un po' civile? Come si fa a dire che non puoi davvero non puoi non puoi assolutamente permetterti di lamentarti perché non puoi cambiare la macchina, non puoi permetterti le ferie chissà dove, non puoi cambiare telefono, non puoi lamentarti cazzo! Devi chiudere gli occhi e con quella tua piccola mente ottusa, oppressa dalla quotidianità, nauseata dal consumismo materiale e sentimentale, con quella mente mediocre ed etichettatrice..devi provare almeno ad immaginare un villaggio freddo, un bambino che l'unica cosa bella ed accogliente che ha visto era l'utero di sua madre. 
Dunque ultimamente c'è questa pubblicità-aiuto di Save the Children. Ma non eravamo d'accordo sul fatto che i piccoli scurotti con ventri rigonfi, mosche sulle labbra e immondizia per abitazione non sono più IN? Non avevamo detto che ormai non fanno effetto? E che soprattutto è veramente fuori da ogni etica usare i visi di bambini sofferenti per svegliare le addormentate coscienze della gente?
Bo.. il comunismo è un sogno, me ne sono accorta. Ma credo che l'idea base sia, o debba essere, in qualche modo organica, congenita, debba far parte di ognuno di noi la consapevolezza naturale del fatto che se io in 1 giorno posso mangiare 3 volte, non ci deve assolutamente essere chi mangerà invece 1 volta in 3 giorni. Dovrebbe essere assolutamente organica la sensazione di ingiustizia che respiriamo, con cui conviviamo. Non c'è un cazzo di cui bullarsi se fai un sostegno a distanza, se fai del volontariato, se regali il tuo tempo a qualcuno che ne ha bisogno, se spieghi a tuo figlio cos'è giusto e cos'è sbagliato. Non sei un eroe. Sei una persona. Umana. Persona. Persona. ...dai cazzo!E' un obbligo naturale, come quando un bambino cade per strada e tu lo aiuti a rialzarsi.
Ecco. comunque... io non so cosa e come scrivere in questo articolo. Secondo l'UNICEF, secondo la WHO, secondo sto cazzo. 
beh vabbé.
io non esco da questo ufficio finché non finisco l'articolo. 
e
per fortuna mi hanno dissuasa dal fare giornalismo ai tempi.. mi sarei strappata e mangiata i nervi dalla disperazione

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