martedì 3 febbraio 2015

yoga hangover

come la maggior parte di impiegati d'ufficio frustrati, anch'io sono giunta al punto in cui ho deciso di sfogarmi con mediocri metodi miseramente importati dall'oriente. Mi sono iscritta in palestra e frequento corsi di step, gag, pilates e yoga. In realtà sono stata spinta dal fatto di essere diventata un cesso in faccia (con la speranza che non succeda lo stesso anche al corpo), dall'avvicinarsi dei trent'anni (con conseguente rinforzo da parte della forza di gravità che, dicono, mi farà cadere il culo per terra esattamente allo scoccare della mezzanotte del mio trentesimo compleanno) e da alcune evidenti cadute di stile da parte della mia salute generale.
La lezione di yoga si svolge in un'ambientazione decisamente ridicola. In una palestra di S. Bonifacio, un insegnante con uno spiccato accento veneto, si è convinto di essere il guru ayurvedico della mia minchia e continua a pronunciare paroline buddhisteggianti (con uno spiccato accento veneto) e invita i partecipanti (dallo spiccato accento veneto) a ripetere con lui il mantra... ecco. Per fortuna a yoga ci vado da sola, perché mi costa veramente una gran fatica non mettermi a ridere e se ci andassi con qualcuno che conosco faremmo sicuramente delle figure di merda di dimensioni epiche. Anche perché questa gente ci crede davvero nella posizione del cane che guarda per terra e in quella del guerriero disteso!
A parte questo: le lezioni di yoga si svolgono dalle 21 alle 22. In realtà la pratica è davvero molto rilassante, non ti fa venire il fiatone, non ti fa accelerare il battito, non ti fa sudare, stancare e soprattutto, alla fine della lezione stiamo distesi al buio a rilassarci in silenzio per 5 minuti. Quindi la cosa non dovrebbe influire sul sonno, se non conciliandolo. Ma non è così: arrivata a casa non riusco a dormire fino alle 3 del mattino. E ieri, non so da quale tasca del mio inconscio, è riaffiorato il mio morosino di quando avevo 14 anni. Dopo un'attenta ricerca su facebook, l'ho trovato. L'ho trovato sposato e con due figli.
Ma ora devo lavorare un po'. Gli sviluppi e le ferite di 13 anni fa le rimandiamo al prossimo post, che probabilmente non scriverò.

Nessun commento:

Posta un commento