giovedì 30 luglio 2015

Come perdere lavoro e moroso nel giro di un mese.

Siamo nell'era in cui vanno molto di moda gli elenchi. Le 10 cose che fanno impazzire gli uomini a letto. Le 15 domande che dovreste porvi prima di acquistare una mutanda a badile. Le 8 frasi che dovreste ripetervi prima di andare a cagare, ecc.
Ecco. Io non ho un elenco delle cose che bisogna fare per perdere moroso e lavoro nel giro di un mese.
Ma l’ho fatto. Quindi non posso proporvi una guida articolata al momento. Forse l’unica risposta sarebbe questa: ama alla follia il tuo lavoro e lo perderai. Ama alla follia il tuo moroso e lo perderai. Un’altra formula di altrettanto successo potrebbe essere: ama alla follia il tuo lavoro ma continua ad impuntarti sulle disonestà del tuo capo, e lo perderai. Ama alla follia il tuo moroso ma continua a chiedergli cose che nessun uomo al mondo può darti, e lo perderai. Ecco. Così mi sembra più completa come definizione. È stato semplice in fondo. Aspetti un uomo da due anni, lo conquisti e poi nel giro di un anno lo lasci perché non ti sembra innamorato quanto dovrebbe. Aspetti per tre anni di diventare capo area al lavoro, ottieni il posto e lo perdi perché cominci a dire al tuo capo tutto quello che sbaglia e dimostrargli il tuo disprezzo. Davvero, in fondo è semplice. Cioè è semplice anche in superficie. Basta pretendere sempre di più e si finisce per perdere anche quello che si ha.
In quest’aria umida e afosa e bollente, quello che mi servirebbe è un ghiacciato bagno di realismo e umiltà.
Ora, gli effetti collaterali:
1.       Perdita del lavoro: è stato abbastanza devastante, visto che sono stata sposata con questo lavoro per 4 anni e visto che ho scoperto per puro caso che verrò defenestrata. La sensazione prevalente era la rabbia. Per ora nessuna nostalgia. Tanta rabbia e voglia di picchiare il capo.
2.       Perdita del moroso: sono solo al secondo giorno quindi è un po’ più difficile definire la situazione. L’unica cosa che sento concretamente è la nausea e la mancanza di aria. L’unica cosa che riesco a fare bene è dormire per delle ore infinite per poi alzarmi gonfia in faccia e sgonfia nel cuore. In realtà il dormire bene è artificialmente supportato da goccioline sedative. Quindi non posso nemmeno spacciarlo per un mio successo personale.
La parte più strana per il secondo punto è che non riesco a parlarne. Ad esempio non riesco a dirlo a mio fratello. Mi viene da vomitare a pensare che devo dirlo o spiegarlo a qualcuno. Mi è già toccato con le amiche. Due volte. Entrambe le volte mi è stato detto che avevo ragione. Non per questo sto meglio. Entrambe le volte che ne ho parlato mi veniva da vomitare. Bisogna ancora dirlo ad un’amica, ad un altro gruppo di amici, alla madre, alla zia, alla cugina, al fratello, all’amica negli States, all’amica nei Balcani e poi bisognerebbe dirlo anche a me stessa. Forse la nausea è provocata dal fatto che nel momento in cui lo dico sembra più vero e soprattutto perché parlarne non mi aiuta perché non è che ci sia una soluzione. Bisognerà aspettare che la nausea passi. Che l’aria torni ad essere respirabile. Nel mentre ascolto Lou Reed, nuoto nell’umidità della bassa veronese, passo i giorni costringendomi a leggere senza capire una parola di quello che mi passa davanti agli occhi. Tranne quel capitolo che parlava di Istanbul. Perché mi piace farmi del male e ad Istanbul ci siamo andati insieme e mi immaginavo di leggerlo a lui. Ho provato con lo shopping terapeutico, appurato che non sono più in età da droghette ho pensato di provare con metodi consumisti delle ragazze della mia età. Non ha mica funzionato. È anche partita una canzone di quel tipo delle vibrazioni sull’estate e l’amore che lui mi aveva dedicato facendo chiare allusioni erotiche.
Quindi ecco. Stringere i denti e non scrivere nessun messaggino sbronzo o disperato o amorevole o finto errore di invio (questa poi è la peggiore delle versioni della disperazione umana: il messaggio “partito per sbaglio” è parecchio disgustoso). Stringere i denti, mordere il cuscino e non scrivere, non chiamare. Anche perché non è che mi prendi per il culo. Oggi mi molli e dopodomani mi dici che scherzavi. Dai, facciamo 65 anni insieme, sembra un po’ squallido come comportamento. Eppure.
Eppure.
Eppure.
Eppure in un mese è possibile sputtanare la propria vita. Ed è anche molto semplice.

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