martedì 9 maggio 2023

08.05.2023

 

Tu non sei come tutti i bambini.

È probabilmente la cosa che pensa ogni madre.

Che poi, io di altri bambini non so una mazza. Il mio istinto materno esisteva in un mondo parallelo, in realtà non avevo idea di quello che fosse un bambino.

Una cosa però è certa: se alla maggior parte dei bambini piace la macchina e, addirittura, pare essere un infallibile metodo per abbatterli, a te la macchina fa cagare.

Ieri ti ho portato a Garda a fare un giro con la grande V e la piccola V e tu hai pianto come se ti stessero cavando la pelle per tutto il viaggio di andata e di ritorno. Sudato, rigato di lacrime, bestemmiante… io che già guido di merda, figurati come sto bene con un elemento di disturbo del genere. Mi concentro per non guardarti mentre guido, giusto così per scongiurare tipo un frontale, ma ogni volta arrivo a destinazione sfinita e ogni volta mi prometto che non ti porterò più in giro in macchina e poi ogni volta ci ripenso, perché non posso mica smettere di vivere solo perché tu ami cagare il cazzo. Tra l’altro, ieri la mia fabiolina ha deciso di mollare la batteria dopo nove anni di onorato servizio. Quindi, ricomponiamo il quadro: tu – sudato, disperato, bestemmiante, io sudata, disperata, bestemmiante, che andiamo in giro con aria di elementi socialmente pericolosi a supplicare se qualcuno ci dà la carica per partire. Per fortuna, avere l’aria di madre adolescente con un piccolo animaletto dai grandi occhi è di aiuto in certe situazioni. Alla fine siamo riusciti a partire, ma non per questo mi hai risparmiato le tue urla furibonde per tutto il viaggio.

In questo momento, sono in piedi che dondolo, con te impacchettato nel marsupio. Ti sei appena addormentato. Speravo che dormissi nel letto, così magari potevo farmi un micro pisolino anch’io, ma tu sei convinto di essere un piccolo canguro e preferisci dormire nel marsupio, con il bonus della mia schiena spezzata: d’altronde non c’è goduria per te se io non soffro.

Per finire la giornata, ieri è venuto quel pagliacetto di mio fratello a farti mille feste e, nonostante tu fossi bollito dopo il viaggio, hai riso un sacco lo stesso. Io adoro la tua risata. Mi si schiudono tutti i fiori dentro e sento un milione di campanellini e voglio esplodere e penso che non ci sia cosa più figa di avere un botolo come te. 

Ho la schiena in frantumi però... come la vogliamo mettere con questa cosa che appena provo a metterti giù, azioni l’inclinometro e cominci a piangere?

 


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