giovedì 31 marzo 2016

rose e rosari

Per me è quasi scontato che la gente capisca con un solo sguardo che sono profondamente atea e soprattutto furiosamente incazzata con le religioni istituzionalizzate, che sogno la distruzione totale della chiesa cattolica, non sopporto i cattolici, non sopporto i valori cattolici, non sopporto il perbenismo cristiano e in sostanza odio tutti. A me la cosa sembra scontata, mentre, a quanto pare, per il resto delle persone non lo è.
In effetti traggo anche un po' in inganno.
Oggi, ad esempio, sul collo mi ciondola un medaglione con una croce stilizzata in smalto. E' un regalo. Un regalo molto importante per me, realizzato a mano dai ragazzi di strada di un centro di recupero in Georgia. Fatto da ragazzi che ho visto crescere, con cui sono cresciuta. Poteva anche essere una svastica, probabilmente me lo farei comunque ciondolare dal collo periodicamente.
A proposito di svastiche, ho da tempo sviluppato un pensiero parallelo rispetto alle croci. Nel senso che se a me la croce fa nausea nella sua simbologia, per quello che rappresenta, per i danni che ha causato, per lo schifo che fa, per la strumentalizzazione lunga secoli, per le crociate, l'inquisizione, l'umiliazione, gli indios, l'Africa che viene indottrinata per non usare preservativi e morire di aids, per la pedofilia, il riciclaggio di denaro, per costrizioni ortodosse, per aver sventrato, rovesciato, rincoglionito i vangeli, per non praticare quello che predicano, per tutto questo e molto altro, per me la croce è uguale alla svastica... perché se la svastica nella sua simbologia induista/buddhista è un simbolo positivo, smerdato poi dal nazismo, anche la croce è un simbolo positivo di base, ma totalmente smerdato dalle varie correnti del cristianesimo.
Autoassoluzione quindi nel portare la croce nonostante il totale rinnego del cristianesimo: la croce è un bel simbolo, in fondo.
Avevo una compagna all'università che portava imperterrita una borsa (di quelle di stoffa da bancarelle che noi della facoltà di sociologia portavamo in massa, conformandoci all'anticonformismo) con stampe della svastica e non vedeva l'ora di essere canzonata per poter aprire un lungo dibattito sul vero significato del simbolo. La stessa cosa varrebbe per la croce, se non fosse che è molto più socialmente accettata e generalmente non provoca una reazione aggressiva e di conseguenza non si presta come terreno fertile per dibattiti. Uno che indossa una croce, quindi, è automaticamente considerato cristiano praticante e stop, a ognuno le proprie considerazioni personali. Il cristianesimo, nonostante secoli di schifo, è riuscito a farsi accettare dai più, come una condizione tradizionalmente normale. Non condivisa da tutti, ma da tutti rispettata.
Tutto questo per dire che:
Stamattina, nel mio piccolo regno odorante di rose portate dal nostro pittoresco armeno libanese, è capitato un montatore che doveva andare nella nostra officina a smontare qualcosa. Prima che arrivasse il capo officina è passato del tempo e il personaggio mi è rimasto a pindolare davanti al bancone mentre io mi facevo allegramente i miei noiosissimi cazzi. Ad un certo punto, il capo officina è arrivato e si è portato via il montatore, il quale montatore, prima di andarsene, ha detto un "complimenti, per tutto". Io, nella mia vanità di ragazzina, abituata a stare in mezzo alla carestia da figa, ho sorriso con tutti i miei grossi e ormai ingialliti dentoni, pensando che quel "per tutto" fosse rivolto al fatto che la mia attività assomiglia a quella della dea Kali della moderna zona industriale, con un telefono per orecchio, una penna in bocca ed un'elica nel culo.
Smontato lo smontabile, il montatore ritorna per consegnare il badge. Nel gesto di consegna del suddetto badge, mi infila in mano qualcosa che ho visto essere azzurro e subito ho pensato a delle caramelle e invece.
Invece era un rosario azzurro di plastica.
E sсomparve il montatore lasciandomi nel più totale degli sgomenti.
Ecco, sono tutt'ora scossa da tutto questo, ma ora si pone un altro problema: cosa me ne faccio? Voglio dire, nonostante la mia totale assenza di religiosità, un minimo di retaggio ce l'ho ancora e buttare via simboli più o meno sacri mi sembra quanto meno irrispettoso. Cosa faccio? Già sto perseguendo una politica di minimizzazione oggettuale in previsione dell'imminente trasloco. Ok, un rosario non occupa molto spazio, però, un rosario più una cartolina più un peluche più un cd vecchio alla fine fanno volume. Al di là di questo, fosse almeno un oggetto esteticamente bello forse lo terrei, ma è terribile, probabilmente prodotto in Сina da lavoratori sfruttati che hanno maledetto quel Gesù di plastica azzurra. D'altra parte, "dimenticarlo" in treno, ad esempio, mi sembra controproducente perché è un po' come fare del proselitismo non invasivo. Vabbé che uno se non è credente, non è che trova un rosario in treno e inizia istericamente a pregare a cazzo, se invece uno credente lo è già, sicuramente ha in casa svariati rosarietti, magari anche quelli di legno di rosa (che a me piacevano un sacco, li aveva mia madre) o di variopinti cristalli super kitsch. L'ultima volta che sono stata a Roma era un carnevale di rosari, che devo dire, messi tutti insieme e perso ogni significato religioso, sono piacevoli allo sguardo (almeno al mio, che a detta del mio ragazzo, sono come gli indios che impazzivano alla vista di vetri colorati).
ok, mi è diventato un flusso di coscienza questo shock religioso.
vado a produrre. 

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