mercoledì 30 marzo 2016

vertebre compresse

a me l'idea di essere al centro dell'attenzione fa letteralmente vomitare.
ho sempre odiato festeggiare il mio compleanno perché bisognava dare troppi bacini a tutti e in generale bisognava essere la festeggiata, mi faceva cagare. i concerti di pianoforte erano forse meglio perché anche se avevo tutti gli occhi puntati addosso era solo come dover ingoiare un grosso pezzo di merda, ma poi mi dimenticavo dell'esistenza degli umanoidi intorno.
l'egocentrismo quindi non mi appartiene, odio parlare in pubblico, odio anche solo esprimere il mio pensiero in un gruppo che superi 3 persone. amo però i colori sgargianti, ma credo che i colori sgargianti siano un'espressione della mia positività (peraltro molto ben nascosta su altri livelli) più che di un desiderio di essere notata.
non sono mai stata particolarmente competitiva, non sono mai stata particolarmente coinvolta nei giochi, non me n'è mai fregato un cazzo se ero più bassa, più pelosa, più piatta, più goffa della media. non me n'è mai fregato un cazzo se qualcuno prendeva voti più alti dei miei, non mi importava essere la prima in niente.
c'è solo una cosa.
e la sto scoprendo adesso. 
mi fa ancora più schifo di tutto quanto elencato sopra, l'idea di essere una seconda scelta, un ripiego. mangio senso di umiliazione ogni giorno, anche quando non ci penso e sento le vertebre che mi si schiacciano dal peso di questa cosa con cui mi autoflagello.
ma a quanto pare è inevitabile. sarò sempre la seconda scelta di qualcuno. 
c'è stato un tempo in cui ero la prima, ed è probabilmente una sensazione di fattanza che non ritornerà mai più, ma che avvelenerà il resto che verrà. paradossalmente me l'ero predetta da sola nel pathos infuocato dei 20 anni. mi sono incisa nella mente che tutto il resto sarà solo una discesa. 
pare che il mio processo di crescita non sia terminato. sto aspettando con un sacco di ansia il momento in cui potrò dire di essere grande. grande nel senso di serena.

nel mentre continuo ad avere un cuore che batte contro un muro. 
è che la mia storia insegna che è completamente sbagliato convincersi che di là del muro ci sia la salvezza. perché la salvezza è dentro di me e vorrei quanto meno essere la prima scelta di me stessa, poi il resto andrà affanculo da sé.



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