lunedì 15 febbraio 2016

fuck valentine. i love you everyday.


Ci siamo svegliati con i fiocchi di neve che cadevano e i capelli appiccicati alle guance. Mi è venuto in mente che da piccola mi imbambolavo a guardare il cielo quando nevica e dopo un minimo di concentrazione sembrava di volare. Lui dice che mangio le droghe.

In fondo è vero. Se esco dalla prospettiva e guardo il giorno di ieri sembra un perfetto sanvalentino ma senza lo sbattimento dell’organizzazione e l’ansia da prestazione e la voglia che tutto sia perfetto e l’intimo di pizzo rosso e i cioccolatini a cuoricino. Se esco dalla prospettiva e ci guardo dall’alto e di lato… era un giorno perfetto. Se esco dalla prospettiva mi rendo conto che effettivamente è quasi sempre così. Ogni giorno che passiamo insieme è così. Ogni giorno è un sanvalentino. Quasi. Quando non litighiamo. Ma quando ci vediamo non litighiamo quasi mai. Litighiamo perché non ci vediamo quindi? No. Non so e non importa. Importa che ogni tanto il mio cervelletto si espande di un millimetro e riesco ad uscire dalla prospettiva e vedere dall’esterno quanto siamo fighissimi insieme. Solo che dopo passa una settimana, ne passano due e io perdo, mi perdo, lo perdo, ci perdo e rientro nella prospettiva dove non abbiamo nessun futuro.




Si può essere poeta e avere i capelli corti. Si può essere poeta e pagare regolarmente l’affitto. Si può essere poeta e fare l’amore con la propria moglie.
jules renard 

Nessun commento:

Posta un commento