lunedì 1 febbraio 2016

nuove frontiere dell'herpes


Arriva il momento in cui i caffè smettono di funzionare. Il mio cervello smette di funzionare e tutta l’energia vitale è concentrata nel tenere aperte le palpebre. Il solco tra le sopraciglia diventa profondo, gli angoli degli occhi si abbassano e arrivano circa alle ginocchia.
Ho sonno. Vivo continuamente avendo sonno. Oggi qua nella già terribile pianura padana è una giornata tra le più uggiose della storia. Stamattina sembrava di viaggiare nel nulla, capitata per caso in un film di Tim Burton. Macchine che si perdono nella nebbia ed è tutto grigio grigio grigio grigissimo. A fianco ho questo essere molto simile ad un goblin che parla per frasi fatte in stile Osho.
Sono di nuovo a rischio herpes. In realtà sono perennemente a rischio herpes, solo che talvolta me ne dimentico. La mia mente partorisce dei scenari apocalittici con gigantesche e mostruose eruzioni di enormi bolle piene di pus e vermi che mi sgorgano dalle labbra. Nella peggiore delle ipotesi i suddetti vermi nuotano nel pus che mi sgorga dalla vagina. Perché c’è anche l’eventualità dell’herpes vaginale trasmesso per via orale. È decisamente vero che l’eventualità è a dir poco remota vista la frequenza, ma visto il principio per cui ci succedono esattamente le cose di cui abbiamo paura, la probabilità di avere uno scenario da Tim Burton in mezzo alle gambe è tutt’altro che inimmaginabile.
No ma a questo punto quasi quasi mi vado a fare un altro caffè a vedere se sono ancora in tempo per rimediare a questa tragedia cosmica.

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