giovedì 19 settembre 2013

28



Ma pensa, non ti ho ancora dedicato nessuna parola.
Ho appena riletto tutte quelle che ho scritto per tutti quelli... e ti ho cercato in quelle parole e non ti ho trovato. Perché le parole sono strane. Sono uguali ma hanno forme diverse rivolte a persone diverse. Per te non riesco ancora a formare nessuna espressione di senso compiuto. Forse dovrei inventare una nuova lingua che possa contenere tutto l’universo che ho per te.
Io credo che tu abbia delle mani oneste. Credo che tu abbia il miele della Colchide negli occhi. Credo che tu sia il mio re. Credo che vorrei sfiorare la tua pelle morbida e affondare la mia piccola esistenza spigolosa dentro tutta la bellezza che sei. Vorrei affogare dentro di te, tuffarmi nel tuo cuore.

Sono una brutta egoista. Io non ti merito. Non merito nulla che sia lontanamente simile a quello che tu sei. Ma è bello sai il fatto che tu esista? È proprio bello sapere che ci sei e che un giorno una donna (che già odio ovviamente) ti avrà. Per sempre.

Ho pensato che quando avrò la febbre potresti essere quello che mi legge le favole di Andersen.

Ho pensato che mentre leggo sul divano aspettandoti la sera poi mi addormento e tu arrivi e mi dai un bacio leggero e io sorrido con gli occhi chiusi e tu poi mi porti a letto in braccio.

Ho pensato che vorrei prepararti da mangiare e invitare i tuoi amici.

Ho pensato che potrei passare al lavoro da te a farti una sorpresa e ficcarti il naso nel collo.

Ho pensato di dirti che tu sei la mia felicità.
 
Ho pensato di guardarti negli occhi e sorriderti.

Ho pensato che quando ti guardo è come guardare il sole perché sei grande e brilli e io devo alzare sempre la testa.

Ho pensato che se per tutta la vita ho pensato che il 28 è un brutto numero, ora lo amo e lo vedo dappertutto perché siamo entrambi nati quel giorno. Tu 9 anni e 1 mese prima però. 9 anni. Come il nome di mia mamma.

Ho pensato che alla mia mamma piaceresti.

Ho pensato che sarebbe proprio bello se tu potessi amarmi, anche se lo so che è impossibile, ma mi piace pensarlo. Pensare che un giorno da sotto il tuo spettacolare baffo possa uscire qualcosa come “la mia mariam”.

Ho pensato che vorrei ascoltare della musica insieme a te.

Ho pensato che vorrei alzare gli occhi dal libro e trovare i tuoi e dirti che sei bellissimo.

Ho pensato che potresti essere il primo di cui mi fido.

Ho pensato che potresti essere il primo con cui non voglio vendicarmi.

Ho pensato che potresti essere il primo con cui non uso strategie e non gioco.

Ho pensato che avevo 157 desideri per questo San Lorenzo, ma solo se tu mi abbracciassi forte, la maggior parte di questi volerebbe via, perché ... perché semplicemente li dimenticherei.

Ho pensato che potresti essere il primo con cui posso davvero essere me stessa. Nel mio essere infantile e nel mio essere un po’ vecchia e nel mio essere pessimista.

E ho pensato che per te, vorrei essere migliore. Sì. Proprio come Vasco. Ok direi che con questa stronzata potrei finire la mia prima dichiarazione d’amore a te

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